Distorsione di caviglia


La caviglia è una struttura funzionale complessa costituita da diverse articolazioni; loro funzione è quella di conferire mobilità al piede consentendogli di adattarsi alle conformazioni del suolo. In particolare, nell’evento traumatico distorsivo il piede si colloca in pronazione mettendo sotto stress un legamento che collega il perone all’astragalo (legamento astragaloperoneale). In questi casi può accadere che solo poche fibre legamentose si lacerino (lesione primo grado), oppure potrebbero lacerarsi un quantitativo discreto di fibre (lesione secondo grado) o, infine, potrebbe esserci una lesione totale o quasi del legamento.

Trattamento

In caso di una lesione di primo o secondo grado il recupero dovrebbe avvenire in 1-2 mesi, nel caso, invece, di una lesione di terzo grado si rende opportuno l’intervento chirurgico che mira alla stabilizzazione legamentosa della caviglia attraverso delle trasposizioni tendinee (in particolare con dei prelievi dal tendine peroniero).

  • Nelle lesioni di primo e secondo grado, passata la fase acuta in cui si consiglia l’applicazione ciclica di impacchi di ghiaccio, occorre ripristinare gradualmente l’elasticità e la forza.
  • Per quanto riguarda il ripristino della forza particolare importanza rivestono i muscoli peronieri, la cui contrazione impedisce al piede di inveritre e quindi di distorcere. Succede quindi che una caviglia tonica ha meno possibilità di recidivare.
  • Per quanto riguarda l’allungamento
  • Inoltre si rende necessario l’intervento propriocettivo, il cui scopo è quello di ripristinare le capacità adattative dell’equilibrio del soggetto. Il paziente, attraverso l’ausilio di tavolette oscillanti, cerca di compensare alle oscillazioni della tavoletta, migliorando le proprie capacità adattative.
  • Lo stravaso ematico, se non viene drenato adeguatamente, tende a ristagnare fibrotizzando nel tempo. Accade così che un ristagno diventi sempre più duro e strutturato, facilitando in questo modo la formazione di molte aderenze. Queste aderenze, oltre a bloccare il movimento, impediscono pure alla linfa di scorrere, inaugurando in questo modo il quadro di una stasi linfatica. Pertanto una delle cose più importante da fare è rimuovere tutte le aderenze che si sono installate sul piede.
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